Dopo l’omicidio di Sharon Verzeni, spunta la clamorosa ipotesi sul killer Moussa Sangare. Aveva già colpito in passato? Il giallo.
Il caso legato all’omicidio di Sharon Verzeni sembra aver trovato finalmente la sua risoluzione con il killer Moussa Sangare che ha confessato l’assassinio. Eppure, a seguito di questa vicenda, sarebbe sorta una nuova clamorosa ipotesi legata proprio al killer. L’uomo, secondo il settimanale Giallo, potrebbe aver colpito già in passato.
Moussa Sangare, non solo Sharon Verzeni: l’ipotesi
Il modus operandi di Sangare, in riferimento alle “esercitazioni” su una statua prima di uccidere la Verzeni e i precedenti violenti in famiglia, avrebbero fatto nascere una nuova terribile ipotesi secondo cui l’uomo potrebbe essere già stato in passato protagonista di altri delitti. Ad analizzare la vicenda è stato il settimanale Giallo citato in queste ore da svariati media.
“Moussa Sangare, l’assassino di Sharon Verzeni, ha tenuto l’arma come ‘souvenir’, per ricordarsi dell’omicidio. Ha agito per il puro impulso di uccidere, senza un motivo. Ha scelto una vittima a caso. Teneva in casa una sagoma con un volto umano per esercitarsi con il coltello. A maggio aveva provato ad accoltellare la sorella Awa, sempre con lo stesso modus operandi: l’ha aggredita di spalle mentre ascoltava la musica. Proprio come ha fatto con Sharon”, si legge su Giallo.
In questo senso, il settimanale ha aggiunto: “Il profilo di Moussa Sangare, l’assassino reo confesso di Sharon Verzeni, dunque, è quello tipico del serial killer. Per questo ora gli inquirenti riapriranno alcuni casi simili, rimasti irrisolti, nella Bergamasca e nel milanese. Moussa potrebbe aver già ucciso”, la clamorosa ipotesi.
I casi irrisolti
In tale ottica ci sarebbero casi irrisolti nella zona che potrebbero richiamare, adesso, l’attenzione delle forze dell’ordine. “Ma altri casi sono ora al vaglio degli inquirenti”, viene spiegato sempre nel settimanale. Inolttre, come riportato anche dal Corriere, pure la criminologa Roberta Bruzzone avrebbe aggiunto sul tema: “Il fatto che Sangare non sappia individuare una motivazione non deve stupire: il movente è da ricercare nel bisogno irrefrenabile di scaricare angoscia e frustrazione”.